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Aggiornata
Mercoledì 14-Mar-2018
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TARDIVE O DIMENTICATE ESPRESSIONI DI DEVOZIONE
Come già detto, le testimonianze di devozione più commoventi e significative, seppur nella loro modestia, sono per me quelle espresse dal popolo, dai ceti minori, soprattutto nelle aree a maggiore concentrazione abitativa e produttiva in ambito mercantile, artigianale e manufatturiero. Parliamo, ad esempio, di Borgo Giannotti, fuori dall'arborato cerchio e, all'interno della città, di Via del Fosso, i Borghi (Via Michele Rosi, Via del Gonfalone, Porta di Borgo), la zona del Bastardo, Via dell'Anfiteatro, Via San Paolino. Qui e altrove, in mezzo a tante edicole e raffigurazioni sontuose, realizzate da artigiani e artisti di alto profilo, ne troviamo di semplici ed economiche, perciò stesso particolarmente vulnerabili e trascurate. Molti sono i tabernacoli e le immagini devozionali che abbiamo perduto, sia a causa dell'incuria, dello stato di completo abbandono, sia a causa dei numerosi furti e danneggiamenti che hanno subito, tuttavia, anche se di nessun valore, qua e là ne sono apparse di nuove, testimonianza di una tradizione ancora viva sebbene sempre più rara e probabilmente abusiva. Propongo i primi casi che ho incontrato in questa fase preliminare della mia catalogazione degli arredi urbani. Trattasi di opere in parte seriali, private, destinate alla "protezione" delle famiglie e degli edifici, presumibilmente collocate dopo gli anni Ottanta giacché non incluse nel censimento effettuato dalla Fondazione Ragghianti in quegli anni, o forse non censite proprio per la loro contemporaneità. Ecco dove sono collocate: 1) Via Sant'Andrea angolo Via Guinigi, civico ignoto, posta sopra il portone. A queste è opportuno aggiungere la tarsia marmorea raffigurante la Madonna dei Miracoli collocata nel 2013 in Via del Gonfalone al civico 15, angolo Piazza Santa Maria, che opera modesta, povera, non è, ma che s'inserisce a pieno titolo nel contesto di un censimento sistematico e aggiornato degli arredi urbani religiosi e civili. Infine, vi sono le nicchie che un tempo custodivano immagini di devozione o chissà cos'altro, ma oggi sono tristemente vuote. Anche queste sono state ignorate dal censimento effettuato dalla Fondazione Ragghianti negli anni Ottanta. Certe sono veramente particolari e misteriose, sarebbe bello saperne di più. Eccone alcune nell'immagine sottostante: 1) Via San Micheletto, Convento di San Micheletto, sul muro di cinta sul lato interno del giardino.
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