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Francesco Petrini

 

Non possiamo occuparci di Archeologia industriale, di riscoprire e descrivere monumenti e siti dove si lavorava tanto tempo fa, come se questi fossero ormai dei “gusci vuoti” semplicemente da salvaguardare in quanto Beni culturali. I luoghi del passato industriale conservano la memoria del lavoro, dei rapporti fra classi dominanti e subalterne, dei villaggi costruiti dalle prime e abitati dalle seconde, le nostre Company town importate dall'Inghilterra. Ci parlano di uomini e, in Lucchesia soprattutto di donne che vivevano nella fabbrica e intorno alla fabbrica tutta la loro vita. Ci parlano di bambini sottratti all'obbligo scolastico o appena usciti da scuola (a 9 anni) e subito immessi nel mondo duro del lavoro. Ci dicono di singole persone, contadini e operai, capaci di esprimersi soltanto col proprio vissuto spesso tragico. Storie di persone anonime che vivevano nel periodo dell'Industrializzazione che interessò la Lucchesia a partire dal 1880 e che modificò il paesaggio agrario con le infrastrutture generate dalla fabbrica: antichi canali riutilizzati e modificati per ottenere maggiore forza motrice idraulica, collegamenti ferroviari e telegrafici, nuove abitazioni (i villaggi abbiamo detto) sorte dal nulla come nel Piaggione dei Boccella o costruite in pochi anni accanto a una modesta Borgata commerciale come al Ponte a Moriano. E, ciò che più direttamente riguardava le persone:  la graduale scomparsa delle attività protoindustriali, la possibilità di integrare il reddito della famiglia contadina anche con i miseri salari che le donne e i bambini ottenevano lavorando negli opifici e nelle fabbriche tessili, la messa in discussione di modelli di vita e di valori antichi.

Di tutto questo si occupa la Storia sociale. E in questo lavoro, assai ampio ed esauriente per quanto riguarda l'Archeologia industriale, siamo andati a ricercare gli aspetti più significativi della condizione di vita e di lavoro delle donne e dei bambini nel nostro territorio. Alcuni aspetti perchè qui più che altrove si tratta di un work in progress. Del resto, per quanto riguarda il sottoscritto, la ricerca è partita da lontano, l'ho scritto nell'Introduzione, proseguirà con la prossima pubblicazione di un libro che riprende ed amplia i temi trattati nel 1986 e, mi auguro, vedrà questo Gruppo ancora impegnato sulle due direttrici di un cammino di estremo interesse per capire meglio il passato e quindi vivere con consapevolezza il presente. In fondo, ne sono profondamente convinto, la storia è assai più importante, interessante, utile e significativa quando dà voce a chi non aveva mai avuto ascolto di quando si occupa delle “celebrità”.

 

 

 

La riproduzione parziale e non a scopo commerciale del materiale pubblicato (immagini e testi) è consentita citando la fonte (indirizzo web da cui è tratto il contributo), il titolo dell'opera (Lucca industriosa - Ricerca di archeologia industriale e storia sociale), gli autori e le autrici (Francesco Petrini, Mimma Virginia Paradisi, Chiara Mazzanti e Ethan Ricci), diversamente tutti i diritti sono riservati e la riproduzione non è consentita.