Una statistica del 1894 (ACL, Stat.) segnala 3 Fornaci a fuoco continuo attive, ma solo una è importante: la “Casentini e Piegaia” sorta nel 1886, a Monte San Quirico, riva destra del Serchio ricca di terreno argilloso, dalla fusione di 2 fornaci. Impiegava 32 operai maschi adulti, 3 sotto i 15 anni e 3 femmine adulte. Lavorava per 6 mesi l'anno a pieno regime, nella stagione invernale veniva occupato un quarto degli operai. Produceva mattoni forati, embrici, mattoni volterrani e tubi per l'acqua. Il materiale veniva cotto in un grande forno a fuoco continuo alimentato da sansa, carbone e torba. Oltre a laterizi fabbricava: “lavori d'ornato” come statue, fontane, capitelli.
STORIA PRIMA DELLA FUSIONE
Nel 1871 Raffaele Piegaia aveva una fornace di laterizi con 18 operai che lavoravano per 200 giorni l'anno per una mercede giornaliera di L. 1,50. Produceva nel quinquennio 1866-'70, 1.000.000 di pezzi (mattoni, embrici, tegoli, canaletti, etc.), per un valore annuo di L. 10.000. Nello stesso periodo Giuseppe Casentini, proprietario dell'altra fornace, occupava 32 operai per 250 giorni l'anno. L’argilla veniva estratta da cave prossime alle fornaci dagli stessi operai. Nel quinquennio di cui sopra produceva 1.700.000 pezzi per un valore annuo di L. 12.000.
La visita del giornalista Antonio Morosi alla Fornace Casentini e Piegaia (1894)
La Fornace è nel sobborgo di Lucca chiamato Monte San Quirico, ed ha un'estensione vastissima. (…) Una macchina di 50 cavalli serve a mandare le varie macchine e le tre macine, che riducono in polvere sottilissima la terra già mescolata e ripulita dei sassi. A. Morosi, “La città industriosa. Lucca alla fine dell'Ottocento” (a cura di Umberto Sereni), Lucca 1997, pp. 109-110
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