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Pagina creata nel Maggio 2015
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Aggiornata Mercoledì 14-Mar-2018

 

PULIA, Mercato ortofrutticolo

 

Il Mercato Ortofrutticolo di Lucca, costruito negli anni Settanta su una superficie di 36 mila metri quadrati, è un’altra faccenda spinosa che si trascina da anni con aspetti difficili da spiegare.

Come sia possibile, ad esempio, che un’area tanto grande e versatile, soffra un tale abbandono, si fatica a comprenderlo. Così pure si fatica a comprendere come sia possibile che la copertura della struttura risulti pericolante rendendo inutilizzabili i vani superiori dopo appena quaranta anni dalla costruzione. Sarà mica perché dal 1972 non è mai stato fatto alcun intervento manutentivo, sarà mica perché è stata costruita male?

I numerosi locali un tempo destinati al fiorente mercato ortofrutticolo, oggi sono perlopiù chiusi o utilizzati come magazzini (impropri) dalla Polizia Municipale che vi ha abbandonato, letteralmente dimenticandosene, motocicli vintage (soprattutto Vespe con cambio manuale e motore a due tempi) sequestrati chissà quando; dal Comune che vi stocca materiali vari stradali (transenne, cartellonistica, ecc. - all'interno del Bar!) e, dove capita, gli aiuti alimentari per indigenti Ue-Fead (!); da privati che li usano gratuitamente ed altri che invece pagano (pare 450 euro al mese) secondo un criterio che sfugge ogni logica e crea disparità insopportabili. Infine, vi giacciono alcune scenografie del Teatro del Giglio, arbusti ed erbacce infestano le opere murarie e il piazzale sollevando l'asfalto, l'impiantistica è da buttare, vi sono masserie di ogni tipo (tra cui macchinari, utensili, materiali per il giardinaggio e l'edilizia), detriti, ferraglia, bancali, legnami e spazzatura ovunque – una condizione di degrado che ovviamente peggiora di giorno in giorno.

Più volte è stata fatta richiesta per poter riaprire e gestire il Bar – nulla. Molte le richieste per prendere in affitto i fondi – nulla. In compenso, come già detto, il Comune ha concesso l’uso gratuito ad alcuni e per tenere aperta la struttura spende 500mila euro (cifra riferita al 2012 -?-), di cui circa 21 solo di portineria (badget riferito al 2013) aperta, tra l'altro, solo la mattina. Non ha alcun senso.

A girarci intorno, a sbirciare attraverso le finestre e le ringhiere, si fatica a credere che nell’area, abbondantemente transennata per la caduta di calcinacci, si svolgano ancora attività di commercio secondo l’originaria destinazione d’uso (pare sette operatori e una cooperativa di facchinaggio per un totale di circa 60 persone - ricordo che l'area misura 36 mila metri quadrati).

Nel 2012, stando alle disposizioni comunali, il mercato che allora ospitava 10 operatori avrebbe dovuto chiudere i battenti, ma a seguito delle proteste non se ne fece di nulla e nel Settembre del 2013, la giunta comunale approvò il progetto esecutivo per la riqualificazione, la messa a norma delle celle frigorifero e del vano che le ospita, un investimento di poco superiore ai 118mila euro finanziati all’interno del Piano triennale 2014 (nel 2011, per gli stessi interventi, ne erano stati preventivati 250mila -?-).

Per riportare il locale frigorifero, infatti, alla sua normale funzionalità ed adeguarlo alle normative vigenti, si dovrebbe procedere alla sistemazione della pavimentazione e degli intonaci, alla revisione dell’impianto di raffreddamento, compreso l’impianto elettrico con il suo quadro di comando, alla sostituzione delle porte delle celle in quanto, oltre ad aver perduto le caratteristiche utili a garantire la tenuta stagna, non rispondono più, da anni, alle norme di sicurezza. Ciò a dire che da ben prima del 2011, i pochi commercianti ancora in attività lo sono, incolpevoli, in assenza persino dei requisiti minimi richiesti per la conservazione degli alimenti! Bello. Il Comune chiude entrambi gli occhi, affitta e permette attività in una struttura inidonea, fatiscente e pericolante - per molto meno, qualsiasi privato che operi altrove sarebbe costretto a tirare giù la saracinesca e mai più riaprire.

Di quei lavori, neanche a dirlo, non mi risulta vi sia traccia, in compenso, però, si vagheggia dall’estate del 2014 la riconversione dell’area in Teatro avente una capienza di circa duemila persone. Un’arena, per l’esattezza. Idea non nuova, in vero, giacché qualche anno fa alcuni privati avevano avanzato la proposta, progetti alla mano, senza però ottenere l’opportuna attenzione. Ma si sa, a Lucca possono pensare solo i reggenti del nulla che da decenni si alternano al governo della città, gli altri stiano bene attenti che il funzionamento delle meningi, fuori dalle stanze di corte, è questione spinosa, di lesa maestà.

Una buona idea, comunque, è bene dirlo, perché l’area a forma di ferro di cavallo (favorita tra l’altro dalla vicinanza con la stazione ferroviaria ed una viabilità accettabile) si presta in modo straordinario a tale scopo. Di più. La struttura recuperata potrebbe, nei periodi di inattività teatrale o persino contestualmente, ospitare moltissimi altri eventi anche fieristici, vi si potrebbero decentrare un gran numero di attività dei Comics & Games liberando un po’ il centro storico e per lo stesso motivo vi si potrebbe trasferire il Summer Festival. Una “Location” perfetta, insomma, che risolverebbe qualche annoso problema e darebbe lustro, respiro alla città.

«Sono pronto a impegnarmi per la sua realizzazione, andando personalmente a inginocchiarmi ove necessario per il reperimento delle risorse» - affermò l’improvvido Sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini. E una risata lo seppellì. Il mendico Tambellini. L’unico Sindaco in Italia che si vanta a ogni piè sospinto di fare accattonaggio in Regione, tra i potentati che siedono nei consigli di amministrazione delle Banche e delle Fondazioni, tra gli imprenditori e le società più spregiudicate, chiunque possa stringerci il cappio intorno al collo, insomma, dettando poi le regole, ottenendo quanto all’abbisogna o per capriccio possano pretendere. Do ut des. Gli piace ciaccolare, al nostro Sindaco – e c’è d’augurarsi che molte delle sue parole rimangano lettera morta perché il gioco può non valere la candela, come già ampiamente dimostrato in altre occasioni, anche recenti.

D’altronde, come si può pensare seriamente di poter realizzare un’opera così interessante, utile ma costosa (non sarà mica che per risparmiare si vorrebbero fare le nozze coi fichi secchi demolendo una parte degli edifici per allestire semplicemente palco e gradinate, dando solo una ritinteggiata al resto) senza svenderla, cederla ai privati o alle Fondazioni, alle Banche? L’Amministrazione da sola non può fare nulla, piange miseria un giorno sì e l’altro pure, salvo poi scialacquare in carta igienica, consulenze e progettazioni inutili, dice di non avere le risorse nemmeno per le manutenzioni ordinarie, la sanità è allo sfascio (e la gente, infatti, comincia a morire o a non potersi curare), mancano i soldi per tenere in piedi le scuole, per garantire il servizio di trasporto pubblico e poi, ecco che tira fuori dal cilindro magico questo e quello, tutto messo nero su bianco, a preventivo, di anno in anno, nemmeno gratis. Non è follia, ma davvero non so come potrei definirla.

Al contribuente becco e bastonato, non rimane che prendere nota. A futura memoria.

 

 

 

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