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Aggiornata Domenica 11-Mar-2018

 

NOTIZIE STORICHE ESSENZIALI

 

Nel marzo 1879 l’imprenditore genovese Emanuele Balestreri acquista all’asta i beni della fallita soc. Henry e Vignolo che aveva, con esito infelice, costruito un’officina metallurgica nel territorio della parrocchia di Saltocchio rilevando anche la concessione per l’uso delle acque dei 3 mulini sorti nei primi 30 anni del sec. XIX lungo il Pubblico Condotto. Nel febbraio 1880 viene inaugurata la fabbrica, primo Jutificio Italiano con un ciclo di lavorazione completo (filatura, tessitura, stampatura e tintoria della Juta). Nel 1882, per stabilire un rapido collegamento fabbrica-Stazione di Lucca (dove arrivava la Juta proveniente dal porto di Livorno), Balestreri ottiene la concessione per la costruzione di una “tramvia” a vapore, inaugurata nel 1883, che, l’anno dopo, poté percorrere il tratto  cittadino da Porta Santa Maria alla galleria costruita tagliando (sic!) un pezzo di Mura e infine alla Stazioncina costruita davanti all’antica Stazione.

Nella Denunzia di esercizio del 1886 risultano impiegati 1012 operai (di cui 652 donne e 106 fanciulli e fanciulle dai 12 ai 14 anni).

Nel 1890 Emanuele Balestreri è eletto Deputato nella maggioranza Crispina e in quella data viene inaugurato il Linificio-Canapificio che sarà la causa principale della crisi che colpisce le sua aziende a partire dal 1891.

Balestreri muore nel 1900, a 54 anni e nel 1901 lo Jutificio riprende in pieno l’attività con la nuova ragione sociale di MANIFATTURA ITALIANA DELLA JUTA.

La Manifattura cesserà l’attività alla fine degli anni 60 del secolo scorso.

I 2 stabilimenti costituiscono oggi un importante sito di Archeologia industriale da proteggere e valorizzare insieme alle case operaie che fanno loro corona.

 

 

 

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